Io e il mio iPhone11

Storia burrascosa di un iPhone 11 finito in assistenza.

La Premessa

Partiamo dall’inizio… dalla Apple Brand Loyalty

Non sono una maniaca della tecnologia, né dei prodotti firmati che offre il mercato. Ma non so resistere ai prodotti Apple, di cui apprezzo la filosofia per la bellezza degli oggetti, unita all’idea di funzionalità e intuitività che esprimono. Il mio primo pc era un Macintosh Q5 con cui ho scritto la mia tesi dell’Accademia di Belle Arti e ho iniziato a sperimentare la grafica al computer. Negli anni, senza esagerare, ma al bisogno, ho avuto il primo, l’iMac verde e bianco in trasparenza, poi l’iMac bianco, fino al MacBook. Poi con i pc mi sono fermata ed ho proseguito con iPod, iPad, telefoni vari, airpods,…

Poco più di un anno fa avevo bisogno di cambiare il mio telefono e mi sono rivolta ad una delle grandi catene di distribuzione che in quel periodo aveva in atto una buona offerta. Il modello che cercavo era terminato e dopo aver girato intorno al bancone espositivo per quasi un’ora, guardando e riguardando, mi sono buttata… iphone11! Oggetto bellissimo, elegante, delicato.

E’ andato tutto bene, il mio telefono mi offriva più spazio per archiviare foto e video, ho ampliato lo spettro di applicazioni in uso, era davvero uno strumento utile sia nel tempo libero che per il lavoro.

Fino a che…

Fino a che una domenica mattina, improvvisamente si è bloccato su una schermata di emergenza e pur cercando di forzarne lo spegnimento, seguendo la procedura adeguata, non voleva saperne di spegnersi, anzi, faceva partire la chiamata di emergenza ai numeri salvati e al 112. Dopo 2 telefonate fatte al 112 e dopo essermi scusata e vergognata, simbolicamente genuflessa, con l’operatore per averlo inutilmente disturbato, dopo aver messo in allarme la metà della famiglia che aveva ricevuto le mie chiamate di SOS, ho deciso che dovevo chiedere aiuto tecnico.

Dico la verità, sono andata nel panico perché nel mio telefono ho tutto: Informazioni, dati, e-mail, foto, ricordi, contatti! Ormai chi si ricorda a memoria almeno i 5 numeri più utilizzati? (tipo moglie/marito, figlio/a, amico/a, padre, madre, ecc…).

Senza telefono mi sono sentita persa ed isolata, non mi era mai capitato prima. Non mi è piaciuta questa reazione da dipendenza: “sono quindi cascata nel vortice da utilizzo del telefono come fosse una protesi del mio braccio? …aiuto!!!”. Mi ero sempre detta che, IO, non ci sarei cascata, che senza telefono si sta bene, addirittura meglio, che il telefono lo uso solo per lavorare. Ma la verità è che piano piano, si è insinuato e ha preso spazio.

Come fare?

Comunque, lasciando da parte le riflessioni psicologiche e sociologiche, dell’impatto della tecnologia sulla mia vita, dovevo trovare una soluzione e nel mio retaggio culturale del compratore tradizionale, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata tornare dove lo avevo acquistato.

Dopo un’ora passata a cercare la ricevuta di pagamento e la garanzia, sfreccio per la città semideserta verso il punto vendita della catena di distribuzione. Senza quasi guardare il telefono mi viene detto che va portato in assistenza e qui parte tutta la pratica. Quindi me ne devo separare? Panico. Compilo fogli, firmo dichiarazioni, tolgo la mia sim e ascolto con attenzione le indicazioni da seguire per riconfigurare il telefono vecchio in modo da usarlo come “muletto” in attesa che l’altro venga riparato.

Lascio il telefono nelle mani dell’addetta del negozio che consegnandomi la ricevuta mi dice, riceverà un sms quando il telefono sarà pronto. Io: “quanto tempo ci vorrà?” risposta: “20 – 25 giorni”. Cosaaaaaa??? Possibile che ai tempi di Amazon che se ordini al pomeriggio il giorno dopo hai già il tuo acquisto, dei mille corrieri che si muovono per tutta Italia e nel mondo, io debba aspettare 25 giorni???

E adesso?

Affranta e rassegnata vado al parcheggio e penso che certamente, si prendono un tempo più lungo per non creare aspettative nel cliente, ma si dai, è certamente una strategia.

Arrivo a casa e per prima cosa disabilito Trova IPhone, come richiesto, per consentire al laboratorio di operare sul telefono senza vincoli.

Oggi, dopo ben 38 giorni il mio telefono è ancora nelle mani del laboratorio o del negozio. Non riesco ad avere sue notizie perché pur chiamando il negozio, mi viene detto che non sanno dov’è, potrebbe essere ancora in laboratorio o potrebbe essere in viaggio…

Lo so, è incredibile e io sono furiosa! Ce l’ho con me stessa per aver agito d’impulso e non aver raccolto informazioni utili per trovare la migliore soluzione. Ce l’ho con il negozio perché, se non sono in grado di dare un servizio per un oggetto così prezioso per il tipo di oggetto che è, farebbero meglio a non darlo.

Siamo talmente abituati a trovare soluzioni veloci ed efficienti per ogni nostra esigenza che quando qualcosa va storto diventiamo matti. Possiamo prenotare un’intera vacanza in 10 minuti, acquistare una cucina in 30 minuti, comprare un vestito stando seduti sul divano e riceverlo il giorno dopo, tuttavia, in quest’epoca, io sono riuscita a restare senza il mio iPhone (per un difetto, tra l’altro, non per negligenza) per oltre 30 giorni e ancora non ho sue notizie!!

Cosa mi sarei aspettata invece?

La risoluzione del problema facile e veloce al pari della configurazione fatta al momento dell’acquisto.

E invece nooooo. Anche i prodotti considerati eccellenti, possono avere delle falle. La tecnologia aiuta, facilita, supporta, ma quando non funziona, paradossalmente, è una tragedia!

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